Film: c'era una volta la città dei matti
Il film parla di un giovane psichiatra, Franco Basaglia che, dopo essere stato inviato a dirigere l'ospedale psichiatrico di Gorizia, inizia a lottare contro il sistema disumano dei manicomi. Basaglia, con il sostegno della moglie Franca Ongaro, elimina le pratiche di contenzione fisica e le terapie di elettroshock, promuovendo una psichiatria basata sulla dignità e sulla libertà dei pazienti. Rompe le barriere tra medici e pazienti, apre gli spazi e organizza assemblee democratiche. La sua battaglia, che culmina con la Legge 180/78, segna la chiusura dei manicomi in Italia.
La fiction, affronta il tema con coraggio, e mostrando le difficoltà e le violenze del sistema manicomiale. Basaglia non cerca di eliminare la follia, ma di accettarla come parte della condizione umana. La figura di Basaglia, è umana, con pregi e difetti, e il suo impegno è descritto come una lotta ideale, ma anche pratica, contro un sistema oppressivo. La vicenda mette in evidenza la forza di un cambiamento culturale che ha ridato libertà e umanità ai malati psichiatrici.
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